L’Obesità: cos’è?
Dati, conseguenze e diagnosi
L’obesità è una patologia frequente ed in costante aumento, risultato dell’interazione di diversi fattori favorenti: congeniti, acquisiti, ambientali, patologici e farmacologici.
Introduzione
L’obesità (ob-edere= mangiare troppo) è una condizione clinica caratterizzata da una disfunzione nutrizionale per la quale le calorie introdotte sono eccessive rispetto al fabbisogno quotidiano e provocano uno squilibrio energetico che si identifica in un eccesso patologico di tessuto adiposo.
La Diagnosi
La diagnosi di obesità è formulata tramite il calcolo dell’ indice di massa corporea, BMI (Body Mass Index), un dato biometrico espresso come il rapporto tra peso, espresso in Kg, e altezza al quadrato, espressa in metri.
Vengono così classificate otto classi di peso che vanno dall’anoressia grave all’obesità di classe tre o grave.
I dati in Italia
In Italia, sempre più persone adulte sono in sovrappeso (BMI tra 25 e 30) e circa il 10% è obeso (BMI>30).
È allarmante pensare che negli ultimi 10 anni vi è stato un aumento del 25% dei pazienti obesi in Italia.
Conseguenze ed effetti negativi
Esiste infine una percentuale, per fortuna ridotta, di pazienti che presentano un’obesità grave (BMI>40), per i quali l’eccesso di peso induce serie disfunzioni quali l’ipertensione, il diabete, patologie osteo-articolari, cardio-vascolari e disturbi respiratori.
L’obesità porta quindi alla compromissione della qualità della vita sotto tutti i profili: dal lavoro al rapporto con se stessi e con gli altri.
Ne consegue un forte abbassamento dell’autostima, con gravi ripercussioni psicologiche sul paziente obeso.